In Sicilia esistono attualmente tre miniere di salgemma: Realmonte e Racalmuto in provincia di Agrigento, Petralia nel palermitano. Sono tutte gestite dall’Italkali, Società Italiana Sali Alkalini, che si occupa anche del confezionamento e dell’esportazione dei prodotti derivanti da questi antichi giacimenti formatisi 6 milioni di anni fa, quando il Mediterraneo ha vissuto una lunga fase di evaporazione.
La miniera di Realmonte ha un’estensione totale di 25 km, distribuiti su più livelli di gallerie, dalle quali si estrae sale per uso alimentare, cainite per uso industriale ed altri sali potassici, per una produzione complessiva di circa 500mila tonnellate all’anno.
E’ la più conosciuta delle tre, perché al suo interno, a circa 100 m di profondità e a 30 sotto il livello del mare, c’è una vera e propria Cattedrale scavata dagli stessi minatori, che vi si riuniscono con le famiglie il 4 dicembre di ogni anno per celebrare una messa in onore di S.Barbara, loro protettrice. Si tratta di un ambiente lungo 100 m, largo 20 ed alto 8, le cui pareti sono adornate da bassorilievi raffiguranti S.Barbara appunto, la Sacra Famiglia e Gesù Crocifisso. Sempre da blocchi di sale sono stati ricavati l’altare con l’agnello, l’ambone con una croce ed un cero, le acquasantiere e la cattedra vescovile.
Un’altra meraviglia, stavolta opera della natura, è il cosiddetto “rosone” che si trova ad un altro livello. Sembra veramente un’opera d’arte, ottenuta da un taglio trasversale ad una serie di strati di diverse sfumature di colore, piegati dalla tettonica in maniera circolare.
La miniera è visitabile, ma per ridurre al minimo gli ostacoli alla produzione, le visite sono possibili, solo su prenotazione, l’ultimo mercoledì di ogni mese.
La miniera di Racalmuto
Si trova a circa 4 km dal centro abitato, e si estende sino al confinante territorio nisseno con 12 livelli di gallerie e rampe, ampie e percorribili da mezzi pesanti, che raggiungono i 200 m di profondità.
Sul posto, c’è anche un impianto di confezionamento, dal quale, ogni giorno, partono 500 tonnellate di sale alimentare e non, il cui contenuto di cloruro di sodio (NaCl) è prossimo al 100%.