TEATRO PIRANDELLO AGRIGENTO

Inaugurato nel 1880 col nome di Regina Margherita, fu progettato dall’Ing. Dionisio Sciascia, uno dei migliori allievi del Basile, celebre progettista del Teatro Massimo di Palermo. L’intitolazione a L.Pirandello invece risale al 1946, anno in cui ricorreva il decennale della morte del drammaturgo agrigentino.

Per la sua dimensione e per le caratteristiche architettoniche, si colloca al terzo posto tra i teatri lirici siciliani, dopo il T. Massimo di Palermo ed il Bellini di Catania, può contenere infatti 700 persone tra la platea, i tre ordini di palchi ed il loggione.

La decorazione degli interni venne affidata a tre affermati artisti milanesi, L. Sacco, A. Tavella e G. Belloni mentre il sipario, rappresentante l’ingresso trionfale di Esseneto, atleta akragantino, che ritorna vittorioso in città dai giochi di Elea, venne realizzato dal messinese L. Queriau.

L’ingresso si trova all’interno dell’atrio del Palazzo dei Giganti, sede del Municipio di Agrigento, pertanto l’elegante prospetto color ocra e in perfetto stile neoclassico, con portico al piano terra ed ampie vetrate al primo ordine, non è apprezzabile dalla piazza antistante, anch’essa dedicata a Pirandello.

Dopo i primi anni di splendore ed intensa attività, la mancanza di un’adeguata manutenzione nonché l’uso improprio come cinematografo, negli anni tra le due guerre mondiali, ha provocato un tale deperimento, da rendere la struttura inagibile già alla fine degli anni ’50. Soltanto nel 1995, dopo un lungo e costosissimo restauro, il Teatro è stato riaperto al pubblico, con una solenne cerimonia presenziata dal presidente della Repubblica O.L Scalfaro.

 

 

TEATRO REGINA MARGHERITA DI RACALMUTO

Progettato dall’Ing.Dionisio Sciascia, nell’area del giardino del monastero delle Clarisse già da qualche anno sede del Palazzo Municipale, fu inaugurato nel 1880.

L’edificio è stato riaperto nel 2003 dopo un lungo intervento di restauro, volto a recuperare i danni derivanti dallo stato di abbandono in cui versava dalla fine degli anni ‘50.

Presenta una pianta a ferro di cavallo, due ordini di palchi, il loggione, il golfo mistico, una volta schiacciata, un ampio palcoscenico e può contenere circa 350 persone.

Notevole l’apparato decorativo dell’artista palermitano Giuseppe Carta, che affresca il tetto con figure mitologiche e allegoriche simboleggianti la ciclicità del tempo; arricchisce la fronte dei palchi con i simboli dei mestieri e delle arti e sceglie un soggetto storico particolarmente significativo della storia siciliana per il sipario: lo scoppio della guerra dei Vespri.

Il prospetto classicheggiante, movimentato da tre grandi vetrate con arco a tutto sesto, è rimasto incompleto.

In una sala al primo piano, una mostra permanente in omaggio a due grandi tenori racalmutesi di fama internazionale: Salvatore Puma (1921-2007) che ha donato gli abiti di scena ed i monili indossati durante le opere verdiane; e Luigi Infantino (1921-1991). Entrambi compagni delle elementari di un altro illustre concittadino, Leonardo Sciascia.

 

TEATRO SOCIALE DI CANICATTI’

Realizzato tra il 1893ed il 1908 dall’architetto Ernesto Basile sul luogo dove sorgeva il convento dei Carmelitani, ormai soppresso, si ispira allo stile Liberty che si esprime nel bugnato angolare del prospetto e delle finestre ad arco del primo ordine, nelle lesene doriche che intervallano le cancellate in ferro battuto dell’ingresso, nelle paraste corinzie tra le finestre del primo piano e nella grande trifora vetrata che si affaccia sulla terrazza.

Di grande innovazione la sala a pianta rettangolare che il progettista ripropose per la realizzazione del Teatro Kursaal Biondo di Palermo, la sua capienza raggiunge i 300 posti.

Alla fine della seconda guerra mondiale, l’interno fu demolito per essere trasformato in sala cinematografica e, dopo una chiusura protrattasi per più di quarant’ anni, è stato finalmente restaurato e restituito al pubblico nel dicembre del 2009.

 

 

TEATRO IDEA SAMBUCA DI SICILIA

Nato intorno alla metà dell’800, contemporaneamente ai più grandi teatri delle principali città siciliane, è una pregevole opera di un artigianato locale, finanziata da una classe borghese aperta agli influssi culturali ed artistici del tempo.

La pianta è a ferro di cavallo, presenta tre ordini di palchi, la platea e una cupola schiacciata, per un totale di circa 250 posti.

Dal 1886 divenne proprietà del comune, che dovette provvedere ai primi restauri, ma è dopo il ’68 che ha dovuto subire gli interventi più consistenti, per recuperare i danni provocati dal terremoto, e poterlo riaprire al pubblico.